Mater certa semper est, pater numquam
Viene inventata una macchina che durante il parto trasferisce una percentuale del dolore della donna sul padre del nascituro. Una giovane coppia, incuriosita, decide di provarla ed il giorno fatidico si presenta in ospedale.
La donna sta partorendo e grida di dolore, il dottore, allora, spinge un pulsante e trasferisce il 10% del dolore sul padre. La donna sta un po’ meglio, ma il marito non sente niente e continua a sorridere. Allora il medico trasferisce il 40% del dolore al padre, ma questo continua a sorridere. Il medico, stupefatto, trasferisce, quindi, sull’uomo il 100% del dolore.
La neomamma e il neopapà stanno benissimo, il parto è riuscito con successo. Il neonato è in perfetta forma e dopo poco più di mezz’ora il medico decide di dimettere tutti e tre.
Usciti dall’ospedale, davanti casa, trovano, però, il postino morto.
stefano benatti
Leggi la newsletterMind your own business
Un cavallo depresso si sdraia e non vuole più saperne di rialzarsi. Il fattore disperato, dopo aver provato di tutto, chiama il veterinario.
Questi, arrivato in loco, visita l'animale e dice al fattore: "Casi così sono gravi; l'unica è provare per un paio di giorni a dargli queste pillole: se non reagisce sarà necessario abbatterlo".
Il maiale ha sentito tutto e corre dal cavallo:
"Alzati, alzati, altrimenti butta male !!!"
Ma il cavallo non reagisce e gira la testa di lato.
Il secondo giorno il veterinario torna e somministra nuovamente le pillole, dicendo poi al fattore: "Non reagisce: aspettiamo ancora un po' ma credo non ci sia alcunché da fare."
Il maiale ha sentito tutto e corre ancora dal cavallo:
"Devi ASSOLUTAMENTE reagire: guarda che altrimenti sono guai!!!".
Ma il cavallo niente.
Il terzo giorno il veterinario verifica l'assenza di progressi e, rivolto al fattore, dice: "Dammi la carabina: è ora di abbattere quella povera bestia."
Il maiale corre disperato dal cavallo:
"Devi reagire, è l'ultima occasione, ti prego, stanno per ammazzarti!!!"
Il cavallo allora si alza di scatto e comincia a correre, saltare gli ostacoli ed accennare passi di danza.
Il fattore è felicissimo e rivolto al veterinario gli dice: "Grazie!!! Lei è un medico meraviglioso, ha fatto un miracolo! Dobbiamo assolutamente fare una grande festa: su, presto, ammazziamo il maiale!!!"
Morale: se vuoi vivere a lungo, fatti sempre i fatti tuoi.
stefano benatti
Leggi la newsletterl cavallo, il pozzo, il contadino e la terra
Un giorno, il cavallo di un contadino cadde in un pozzo. Non riportò alcuna ferita, ma non poteva risalire con solo le proprie forze. Per molte ore il cavallo nitrì disperato, mentre il contadino, accorso al bordo del pozzo, pensava a cosa potesse fare.
Il contadino, dopo molte riflessioni, prese una decisione crudele. Pensò che il cavallo, oramai vecchio, non servisse più a nulla e che il pozzo, oramai secco, doveva comunque essere chiuso: così non valeva la pena sprecare troppe energie per tirar fuori dal pozzo il cavallo. Chiamò i suoi figli e diede a ciascuno di loro una pala e tutti così cominciarono a gettare della terra dentro il pozzo.
Il cavallo sulle prime iniziò a piangere disperatamente. Tuttavia, con sorpresa di tutti, dopo che ebbero gettato molte palate di terra, il cavallo si calmò. Il contadino, incuriosito, si portò sul bordo del pozzo, guardò in fondo e, con sorpresa, vide che ad ogni palata di terra che cadeva sopra la schiena, il cavallo la scuoteva, salendo così sopra la stessa che cadeva ai suoi piedi.
In poco tempo il cavallo riuscì ad arrivare in cima al pozzo, uscire da lì e trottare via felice.
La vita Ti getta addosso molta terra, ogni tipo di terra. Soprattutto se Tu sei già in fondo al pozzo.
stefano benatti
Leggi la newsletterVacca Sacra
Alcuni anni or sono, in India, precisamente nella regione del Bengala occidentale, un contadino si è accorto, con grande stupore, che le sue galline venivano sistematicamente divorate da una vacca sacra. La vacca sacra, prima di essere scoperta, si è pappata ben 48 gallinelle (che a regola sono più rimbambite delle nostre) andando a scovarle direttamente nel pollaio, cui poteva tranquillamente accedere per due motivi: primo perché era una vacca sacra e nessun contadino indiano avrebbe mai pensato di sbarrarle il passo; secondo perché nessuno (indiano, bengalese, veterinario o meno) ha mai immaginato che una vacca potesse essere carnivora.
Non è una bufala (per rimanere in tema di bovini), credetemi: io ci ho scommesso una cena e ho perso.
Ora, per quale motivo un tranquillo ruminante, altamente venerato seppur denutrito, si tramuti in una tigre del Bengala (vista la location dell’evento) nessuno lo può sapere. Molto probabilmente la vacca si sarà rotta di essere sacra ma senza niente da mangiare; avrà detto: “meglio essere un animale meno divino ma con la pancia piena” e, fatti due conti, ha deciso di essere una tigre sconsacrata.
Gli animalisti, gli studiosi di comportamento bovino e gli psicologi di animali si sono affrettati ad intavolare una dotta discussione sul fatto: siamo di fronte ad un caso di metempsicosi o di semplice reincarnazione? è un caso di trasmigrazione dell’anima o è un processo più complesso? oppure la vacca sacra ha semplicemente peccato di superbia?
A me, modestamente, sembra solo che la vacca avesse fame e ha fatto l’unica cosa che l’istinto e lo spirito di conservazione le ha suggerito. Si è semplicemente stancata di sentirsi sì venerata, ma sempre più affamata.
Assomiglia proprio allo stato dei contribuenti italiani ai quali i politici continuano a dire che lo Stato è in salute, che il deficit è diminuito, che sono dei cittadini di un paese risanato ma poi, se si guardano in tasca, non trovano nulla. Bella consolazione.
Attenti politici di destra, di sinistra e di ogni dove! Anche se non siamo in Bengala e anche se i cittadini italiani non sono vacche e tanto meno sacre, non vuol dire che non possano diventare tigri affamate.
stefano benatti
Leggi la newsletterUn vecchio cinese saggio
Nel tempo prima del tempo, nella campagna cinese viveva un vecchio saggio con il figlio; costui era molto affezionato al padre di cui riconosceva la profonda saggezza ed era anche legato alla sua cavalla.
Un giorno il figlio corre dal padre e gli dice: “Padre, padre, è successa una disgrazia, la cavalla è scappata!”
Il padre saggio risponde: “Non è detto che sia una sfortuna.”
Difatti, dopo tre giorni torna la cavalla seguita da tre stalloni.
Il figlio torna dal padre e gli dice: “Padre, padre, la cavalla è tornata accompagnata da altri tre cavalli uno più forte e vigoroso dell’altro.”
Il saggio cinese risponde: “Non è detto che sia una fortuna”
Difatti, dopo tre giorni il figlio cavalcando uno degli stalloni cade e si rompe una gamba. Va dal padre e gli dice: “Padre, padre che disgrazia, sono caduto da cavallo e mi sono fratturato una gamba.”
Il padre saggio replica: “Non è detto che sia una sfortuna.”
Difatti, dopo tre giorni scoppia la guerra ed al reclutamento il figlio viene scartato per la gamba rotta.
Morale:
Non è detto che l’abolizione dello sconto in fattura possa essere una fortuna.
stefano benatti
THE DAY AFTER
Si vedono, sparsi per le campagne e per quel che rimane delle città floride di un tempo, vagare esseri lividi e bruciati dal sole, servi della gleba, con brandelli di quelli che furono abiti; di notte si ricoverano in tane ove si nutrono di pane raffermo, d'acqua e di radici. Costoro quando si levano in piedi mostrano un volto umano: ed in verità sono uomini, anzi titolari di bonus edilizi.
Ancor oggi, trascorsi ormai alcuni anni dal divieto dello sconto in fattura e della cessione dei crediti edilizi, quotidianamente rivoltano e frugano, con invincibile ostinazione, tra le norme emanate in allora alla ricerca, impossibile invero, di improbabili artifizi per poter cedere i loro crediti e così sfuggire alle fauci tributarie mai sazie.
Furono in allora presi dalle loro dimore e trascinati ricalcitranti in enormi fosse puteolenti, guardati a vista da agenti delle tasse. Vennero divisi in due gironi, alla stregua dei cerchi danteschi: quello degli scontisti e quello dei cessionari.
Nel girone degli scontisti finirono quelli che l'abolizione dello sconto in fattura svelò mendaci nullatenenti incapienti, quand'invero possedevano forzieri colmi di pecunia; agli stessi venne sottratto il danaro posseduto fino all’ultimo scudo e furono costretti, tortura nefasta, qualora professionisti o imprenditori ad emettere ai loro clienti - sempre e comunque ed a favore di chiunque - fatture applicando sull’intero corrispettivo lo sconto del cento per cento; operazione che veniva ripetuta ogni giorno e più volte, fino a quando non persero il senno.
Non miglior sorte toccò, invero, a quelli destinati al girone dei cessionari. Questi furono costretti a compilare moduli su moduli, dichiarazioni integrative video-fotografiche geolocalizzate (che cosa significasse nessuno lo chiarì mai), rilasciare dichiarazioni sostitutive delle proprie analisi del sangue, delle urine e delle feci per tutti crediti acquistati ed ogni giorno successivo erano costretti a compilare e presentare moduli, dichiarazioni integrative di quelle integrative del giorno precedente, dichiarazioni sostitutive di analisi di tutti i liquidi e non liquidi corporei; questo ogni giorno finche', anch'essi, in breve tempo, persero il senno.
stefano benatti
L'OZIO
L’altro giorno è venuto a trovarmi il mio clone. Sì, ammetto, non ho avuto il coraggio di farmi sclonare per i dubbi che ho già riferito. Comunque, il mio clone mi dice: “Ciao, clone!”. La cosa mi fa andare in bestia. È lui il clone e non io. Lui lo sa e continua a provocarmi. Rispondo al suo saluto, trattenendo l’impulso di sclonarlo così su due piedi, invitandolo ad andarsene. Non afferra il concetto e si siede di fronte. Ho così la possibilità di guardarlo attentamente. Noto un volto riposato e abbronzato, seminascosto da una barba fin troppo curata.
Gli faccio presente che, quanto meno, un clone educato dovrebbe assomigliare al suo clonato e che la sua aria rilassata mal si concilia con le preoccupazioni professionali di ogni giorno. Ignora l’appunto che gli faccio e, mentre afferro il tagliacarte per eliminarlo, mi racconta di avere incontrato il clone del Ministro delle Finanze. Lo grazio. Incuriosito lo invito a raccontare.
“Ero a Cortina d’Ampezzo insieme al clone di Polacchini e ci imbattiamo nel clone del Ministro Giorgetti. Dopo i convenevoli tra cloni gli chiedo: “Ma l’eliminazione della possibilità dello sconto in fattura per i bonus edilizi chi l’ha inventato?”. E quello, orgoglioso, mi dice che è stato lui un giorno che era rimasto solo nell’ufficio del suo clonato e non sapeva come passarsi il tempo. Mi anticipa – e qui è interessante – che un altro clone di Giorgetti ha già inventato un’altra cavolata fotonica e che è a conoscenza del fatto che Giorgetti ha altri 14 cloni, tutti con il pallino delle invenzioni e che a turno vengono lasciati soli”.
Detto questo il mio clone se ne va, senza che riesca a colpirlo con la stufetta elettrica che ultimamente tengo vicino alla scrivania per scaldarmi le ginocchia doloranti.
Mi rimetto, sconsolato, al lavoro che, negando l’ozio, non consente vizi.
stefano benatti
Cattivi Pensieri
L’altro giorno, ho incontrato un amico. Alla domanda di cosa stessi facendo, tranquillamente ho risposto: “Cosa vuoi, adesso vado in ufficio a fare finta di lavorare. Devo, però, cercare di risolvere un problema con una società di mero godimento”. Il mio amico ha fatto una faccia strana e poi si è allontanato dicendomi “sozzone!”.
Mi sono trascinato, avvilito come un cane, sino in ufficio e mi sono lasciato cadere sulla sedia appoggiando la testa sul tavolo. Un po’ troppo forte per la verità, tanto che duole ancora (la testa, non il tavolo).
Ho preso in mano il telefono e ho parlato con l’amico di prima e gli ho spiegato: “Guarda che non è una società di papponi, di lenoni che sfruttano le ragazzine ecc. ecc. e non è neanche una società di telefoniste erotiche o di massaggiatrici, etc. etc. e non è neanche etc. etc.; è solo una società di comodo, una societaà non perativa che non può’ detrarsi l’IVA etc. etc. Sai la normativa tributaria etc. etc.”.
Tranquillizzatolo e tranquillizzatomi ho rivolto un pensiero, che qui non riporto, agli estensori delle norme fiscali.
stefano benatti
Un vecchio cinese saggio
Nel tempo prima del tempo, nella campagna cinese viveva un vecchio saggio con il figlio; costui era molto affezionato al padre di cui riconosceva la profonda saggezza ed era anche legato alla sua cavalla.
Un giorno il figlio corre dal padre e gli dice: “Padre, padre, è successa una disgrazia, la cavalla è scappata!”
Il padre saggio risponde: “Non è detto che sia una sfortuna.”
Difatti, dopo tre giorni torna la cavalla seguita da tre stalloni.
Il figlio torna dal padre e gli dice: “Padre, padre, la cavalla è tornata accompagnata da altri tre cavalli uno più forte e vigoroso dell’altro.”
Il saggio cinese risponde: “Non è detto che sia una fortuna”
Difatti, dopo tre giorni il figlio cavalcando uno degli stalloni cade e si rompe una gamba. Va dal padre e gli dice: “Padre, padre che disgrazia, sono caduto da cavallo e mi sono fratturato una gamba.”
Il padre saggio replica: “Non è detto che sia una sfortuna.”
Difatti, dopo tre giorni scoppia la guerra ed al reclutamento il figlio viene scartato per la gamba rotta.
Morale:
Non è detto che l’abolizione dello sconto in fattura possa essere una fortuna.
stefano benatti
Ma come fanno i contabili
Ma dove vanno i contabili
con le loro biro rosse
sempre in cerca di un risconto da annotar,
ma dove vanno i contabili
con le loro facce stanche
sempre in cerca di una nota da fatturar.
Ma come fanno i contabili
quando arrivano al bilancio
con le imposte che san da calcolar,
qualcuno è vivo per fortuna
qualcuno è morto
c’è una vedova da andare a visitar.
Ma come fanno i contabili
a far di conto tutto il giorno
e rimanere veri umani però.
Come fanno i contabili
con questa noia che li uccide
affaticati da una vita di scadenze
che cosa gliene frega di calcolar le rimanenze;
rimanenze che più passa il tempo
e più non sanno di niente.
Ma come fanno i contabili
con la matita in mezzo ai denti
a spostare questi ratei inconcludenti
da un anno all’altro e ancora.
Ma come fanno i contabili
senza nessuno che gli chieda come va
col cuore appresso ai creditori da pagar,
creditori senza cuore
chissà se resistono ancora, chissà.
stefano benatti
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